L'esegesi di un criptico diario di viaggio potrebbe essere l'ulteriore approccio all'esplorazione del territorio rappresentato dalla mappa studiata fin ora. La forma narrativa è quella del racconto breve: la più coinvolgente. E anziché caricare il testo con artifici didascalici in una fin troppo esaustiva esposizione degli eventi, l'autore predilige incidere il suo resoconto in un'acquaforte scrosciante di acido nitrico che poi acquerella in scorci soleggiati da melodie dal forte senso evocativo. Ed è proprio l'ampio respiro delle atmosfere che rende invitante questo trompe l'oeil: il nostro orecchio non viaggerà attraverso sterili e immaturi cliché ritratti in monocromie distopiche. Preferiamo quindi pregustare l'incertezza del rimanere nomadi nel nostro pellegrinare da traccia a traccia, non cercare conforto in eventuali punti cardinali, cornici che rischierebbero di svelare l'artificio, e testimoniare il mutamento di queste orme su un terreno in crescita che lo stesso demiurgico autore riprenderà e manipolerà a suo piacimento più avanti nel tempo.
Nell'esplorazione di quest'opera il senso di scoperta avrà del meraviglioso. La testimonianza del fruitore è percettibilmente vitale e funzionale al completamento di quel modello a cui si alludeva in apertura, che pian piano assurge a mezzo di trasporto ideale per viaggiare attraverso il globo che è la cassa di risonanza di questi paesaggi sonori. Mentre la loro eco elettrica sarà foriera di nuovi immaginari sviluppi, non sappiamo se questa rivisitazione sarà propedeutica alla riscoperta dell'opera omnia di Ravenom e Binaural Silence. Ci auspichiamo tuttavia che la cadenza ritmica delle sue drum machines possa definire ancora e ancora l'incedere dei nostri passi, i bpm dei nostri cuori.
- Voto: 9/10