Sullivan's Sluggers

Sullivans Sluggers

  • Titolo: Sullivan's Sluggers
  • Sceneggiatore: Mark Andrew Smith
  • Disegnatore: James Stokoe
  • Casa editrice: Saldapress
  • Anno: 2022 

Cosa succede quando una squadra di baseball viene invitata a giocare in una sperduta cittadina nella campagna americana?

Se la vostra risposta è stata un bagno di sangue e budella tra i giocatori e un esercito di demoni assetati di carne umana bravi, strike one!

Questo è ciò di cui parla il fumetto scritto da Mark Andrew Smith e disegnato da un James Stokoe nella sua forma migliore: la storia di una squadra di sbandati ex giocatori professionisti, allenati da un vecchio asso del gioco che ha mandato all'aria la sua vita per una palla mancata nel '76 che si ritrova a dover sopravvivere all'attacco di una cittadina di mostri orripilanti.

La storia inizia con la nostra squadra che, alla vigilia di una partita, è intenta a prepararsi a suon di birra e ceffoni in una lurida bettola. Qui incontriamo per la prima volta il narratore della storia, il giovane e ingenuo Duncan (l'unico membro ancora promettente della squadra) e il coach Sullivan.

Già in queste prime tavole scopriamo che la squadra alza i soldi giusti per tirare a campare vivendo su un vecchio autobus alla costante ricerca di squadre dilettantistiche che vogliono stracciare degli ex giocatori professionisti. Non il massimo delle aspettative, ma almeno hanno un piatto caldo e un sedile per dormire.

Arrivati alla strada per Malice, la città dove dovranno disputare la loro prossima partita, questa è bloccata da una barricata arrangiata con un'auto e una serie di assi di legno con il cartello: "Tornate indietro, più avanti c'è solo dannazione".

Ma i soldi sono soldi, e il coach Sullivan ordina ai suoi ragazzi di spostare l'auto per liberare il passaggio. Una volta fatto però uno dei giocatori nota che appeso a un albero c'è un uomo. Un uomo morto che gli urla di scappare e di non proseguire.

Ma, neanche a dirlo, il pullman prosegue fino alla cittadina, che sembra sia rimasta bloccata agli anni '50: le auto, i negozi, persino il cibo risale a quegli anni lì. Sullivan avverte Duncan che sugli spalti questa volta ci sarà uno scout venuto apposta per vederlo giocare e, se tutto va bene, offrirgli un contratto per giocare ad alti livelli. 

Entrati in campo la partita inizia normalmente, vedendo gli Sluggers lottare con le unghie e con i denti per vincere la partita, almeno finché non scende la sera e i giocatori della squadra di casa e gli spettatori (a parte lo stout, Smith) si trasformano uno a uno in mostruose creature cannibali.

Ai nostri eroi non resta che vendere cara la pelle e cercare un modo per fuggire da quell'inferno, ma per farlo dovranno prima spezzare la maledizione che grava sulla cittadina, una maledizione scagliata da un sacerdote per condannare i cittadini per i loro turpi peccati.

La storia, nella migliore tradizione horror slash\gore, è un mix perfetto di umorismo e sadismo, una miscela che gli amanti del genere (soprattutto cinematografico) non potrà che apprezzare in queste pagine. 

Inoltre tutti i membri della squadra sono ben caratterizzati, ognuno apporta la giusta dose di sbudellamenti (arrecati e subiti) e di battute di spirito; l'umorismo è sporco, da motel di terz'ordine, e per questo splendido, ricordando situazioni alla Non aprite quella porta e i primi film della serie Venerdì 13, ma senza la pesantezza dei plot amorosi adolescenziali che oggi forse hanno un po' fatto il loro tempo.

A rendere emozionante questa graphic novel contribuisce il tratto di Stokoe: il suo stile indie e nebuloso, così ricco di dettagli grotteschi, assurdi e divertenti anche nelle situazioni più mefistofeliche mantiene sempre il tono della storia sulla carneficina truculenta e godereccia che ci si aspetta da un prodotto di questo tipo.

Oltre a questo il fumetto riesce comunque a trattare con la dovuta accuratezza e sensibilità il tema del razzismo negli Stati Uniti, senza per questo scadere in banalizzazioni o sentimentalismi eccessivi.

Se proprio si volesse trovare un difetto alla storia questo riguarderebbe la marginalità che il gioco del baseball assume nella seconda parte del volume: questo "difetto" però, a parer mio, è più che giustificato dalla situazione in cui i personaggi si trovano catapultati e credo che vederli giocare contro dei mostri sarebbe stato troppo strano e difficilmente giustificabile: vederli fuggire e armarsi per combatterli invece è molto più coerente. Magari in una narrazione giapponese la partita sarebbe potuta rimanere come plateforme, ma in una americana questa è stata la scelta migliore, a parer mio.

Piccola chicca: a scrivere la prefazione dell'edizione italiana è stato chiamato Faso, membro della famosissima band Elio e le storie tese e, a quanto pare, esperto nostrano di baseball. Sarà proprio lui a spiegare al lettore italiano (che di baseball potrebbe essere comprensibilmente carente) che il termine slugger, nel gergo sportivo, indica un battitore particolarmente potente.

  • Voto: 8

 

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