La Sete

La sete

  • Titolo: La sete
  • Autore: Giovanni Lucchese
  • Casa editrice: D editore
  • Anno: 2020

La aspetto come ogni volta.

Sono queste le parole che aprono la danza erotico macabra, ossessiva e convulsa che rappresenta la storia di questo romanzo.

In una Roma dissoluta, costituita da spazzatura, locali a luci rossi, periferie fatiscenti e un centro cittadino scintillante quanto fasullo Giovanni Lucchese ci porta sulle orme di due personaggi, Lui e Lei, attanagliati entrambi da un demone interiore che nel corso della narrazione fagociterà la loro intera esistenza.

 La storia inizia con Lui (di cui non conosceremo mai il nome) che ha un incontro sessuale con un partner occasionale. Tutta la scena, come tutto il romanzo, è narrata in prima persona e attraverso le sue parole capiamo subito che il nostro protagonista maschile è un erotomane incallito, cinico e insaziabile che sembra vivere solo per poter passare da un amante all'altro mentre riempie con odio e nausea il tempo che lo separa dal prossimo incontro.

Lei invece è una donna ricca, schifosamente ricca dopo aver sposato uno degli uomini più ricchi e potenti d'Italia (che chiama il maiale). La seguiamo mentre torna da un giro di shopping e viene presa dalla smania di affondare una scarpa in una grossa merda di cavallo. Lei ama e odia il lusso: per questo nulla le risulta più eccitante ed appagante che potersi crogiolare nella distruzione e nello svilimento di se stessa e dei suoi oggetti, tutti rigorosamente costosissimi.

Ci troviamo di fronte a due personaggi orribili, disgustosi, che però allo stresso tempo ci attraggono con quella curiosità morbosa e malata che ci assale quando vediamo la carcassa di un animale morto ai bordi della strada e non possiamo fare a meno di fissarlo. 

Con il procedere dalla storia, che almeno all'inizio sembrerà essere costituita da aneddoti e situazioni legati tra loro solo per la successione temporale che questi fatti hanno nella vita dei protagonisti, inizierà a dipanarsi una ragnatela che unirà tutti i punti, facendoci capire come questi personaggi sono diventati ciò che sono e in che modo sono legati tra di loro, visto che per quasi tutto il romanzo loro non si conosceranno e le loro vite scorreranno parallele senza mai incontrarsi.

L'evento scatenante sarà l'uccisione involontaria da parte di Lui di uno dei suoi amanti, lo Schiavo, durante una sessione di sesso violento. Da quel momento in poi la vita di entrambi i personaggi subirà una scossa e la spirale di follia e di disperazione che all'inizio li attirava piano per i vestiti li stringerà a sé con sempre maggiore impeto.

La storia non è male, ovviamente è di un genere che deve piacere, ma se avete apprezzato testi come Meno di zero di Bret Easton Ellis oppure i lavori di Chuck Palahniuck (Fight club, Cavie, Gang bang) e Irvine Welsh (Trainspotting, La vita sessuale delle gemelle siamesi) questo romanzo di Lucchese non potrà lasciarvi indifferenti. Disgustati, magari, ma non indifferenti.

Il disagio dei protagonisti, dapprima immotivato, trova delle cause e delle motivazioni reali e tangibili nella narrazione, avvicinando sempre di più gli esecrabili personaggi al lettore, che se magari non giunge a perdonarli arriva però a comprenderli e provare pietà per loro. 

A me il testo non è dispiaciuto, ma in confronto ad altre letture simili ho notato la mancanza di una filosofia o poetica forte che riuscisse a tenere in mano le redini del romanzo: qui i fatti vengono giustapposti in maniera molto naturale, lasciando poco spazio per un'interpretazione filosofica degli avvenimenti che invece io credo che sia l'anima pulsante di un testo di questo tipo. Questo "difetto" in ogni caso non rovina la lettura, perché non inficia la comprensione e l'andamento della storia, che fila che è una meraviglia dall'inizio alla fine.

In chiusura il testo è arricchito da una breve postfazione di Paolo di Orazio che non può che arricchire il volume e far piacere al lettore.

Consigliato a chi ha parecchio pelo sullo stomaco, prova molta rabbia per la società in cui vive e cerca una lettura che sfoghi un po' della sua frustrazione.

 

  • VOTO: 6,5
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