Il Castello di Eymerich

Il castello di Eymerich

  • Titolo: Il Castello di Eymerich
  • Autore: Valerio Evangelisti
  • Casa editrice: Mondadori
  • Anno: 2001

Per gli amanti del fantastico il nome di Valerio Evangelisti non sarà nuovo: dalla fantascienza all'horror infatti questo autore ha spaziato per molti di quei generi ritenuti di nicchia o di serie B prima di giungere al successo commerciale e di critica che anche ora, ad alcuni anni dalla sua scomparsa, non accenna a scemare.

Per tutti gli amanti della letteratura speculativa lui è stato, per parecchi anni, un faro a cui guardare: uno dei pochi autori italiani di genere a essere riuscito a valicare il confine nazionale e riuscire a vivere con i diritti delle sue opere, diventando uno scrittore (di genere) a tempo pieno.

Quello di cui parlo oggi è, per me, il primo romanzo di questo grande autore, ma l'ottavo della sua saga più famosa, ossia quella che vede come protagonista l'Inquisitore Nicolas Eymerich (la saga è fortunatamente composta di romanzi autoconclusivi legati tra di loro solo dal protagonista e pochi e marginali rimandi secondari).

In questa storia, che vede intrecciarsi il romanzo storico, la fantascienza e il giallo classico, il nostro domenicano dovrà affrontare gli oscuri segreti del Castello di Montiel: tra la Cabala, nobili fratelli che guerreggiano per il trono di Castiglia e segreti oscuri, il nostro inquisitore dovrà cavarsela anche dalle grinfie del più temuto dei peccati: l'amore di una donna.

Prima di tratteggiare a larghe linee la trama del romanzo credo che sia doveroso parlare un po' della biografia del protagonista, vera pietra angolare della saga e ruota del carro che ne ha permesso, per ben quattordici pubblicazioni, di rimanere sugli scaffali per più di venti anni.

Tratteggiato sulla figura realmente storica di Nicolas Eymerich, un noto inquisitore catalano vissuto nel quattordicesimo secolo, il personaggio creato da Evangelisti è un esponente dell'ordine domenicano caratterizzato da una mente astutissima fino al limite del sovrannaturale e da una crudeltà pari solo alla sua incrollabile fede nei precetti della fede Cattolica.

Da questo breve identikit possiamo capire che empatizzare con il personaggio sarà molto difficile, perché il suo modo di fare e di pensare risulta negativo per il lettore, che al contempo però no può evitare di rimanere affascinato da questa mente geniale. 

Il successo della saga deriva in buona parte da questa tensione repulsiva\attrattiva che il protagonista riesce a instaurare nel lettore.

Il romanzo è ambientato in Castiglia nel 1369: le forze di Pietro il Crudele, pretendente al trono di Castiglia, sono asserragliate nel castello di Montiel per proteggersi dagli assalti di Enrico, fratello di Pietro e anch'esso pretendente al trono.

Dietro alle mura impenetrabili del maniero Pietro sembra al sicuro, ma ben presto dei fatti incredibili come apparizioni e strani rumori e movimento del castello inducono il re a chiamare il nostro Eymerich per indagare sulle origini diaboliche di questi eventi.

Così il domenicano giunge al castello e constata, con sommo sdegno, che Pietro si è circondato di servi giudei e di soldati mussulmani per difendere la sua pretesa al trono, inoltre tra lui e Enrico si muove la figura dell'ancella Estrella, amante di entrambi i fratelli che conosce e usa il dedalo di tunnel sotterranei dei castello per passare da un lato all'altro della disputa. 

Inoltre, ad aiutare il re Pietro come consigliere e tesoriere c'è il rabbi Ha-Levi, vecchia conoscenza di Eymerich e da esso odiato per la sua appartenenza alla fede ebraica.

A complicare fin da subito la tensione politica arriva la notizia dal popolino di Montiel di orribili uccisioni e dissanguamenti di neonati, di cui il popolo accusa gli ebrei residenti al castello. 

Inizia così, sotto la direzione del compagno inquisitore di Eymerich, Gallus, una caccia alle streghe con tanto di tortura e roghi.

Ma mentre il suo sottoposto si diverte a seviziare persone innocenti, Eymerich capisce che ci deve essere qualcos'altro dietro alle morti e ai prodigi che animano il castello, che scoprirà presto essere stato eretto dagli ebrei seguendo codici e sigilli legati alla Cabala.

Che la  spiegazione dietro a tutto si celi nella figura di Myriam, una ragazza già nota al domenicano ma che ora si spaccia per la figlia di Ha-Levi? 

Ma soprattutto, in tutto ciò, che funzione hanno gli studi sulla galvanizzazione che un gerarca nazista sta svolgendo in un lager sotterraneo sul finire della Seconda Guerra Mondiale? 

Se pensate che la mia sintesi della trama sia delirante, non posso che darvi ragione; ma questo è stato l'unico modo che ho trovato di esporvi i fatti salienti del romanzo senza spoilerarvelo e soprattutto senza rovinarvi la sorpresa di vedere come gli ingranaggi nella mente del protagonista riescono a connettere insieme elementi all'apparenza totalmente scollegati per formare un quadro compiuto della situazione.

Il romanzo, anche se parte come uno storico puro, presenta via via sempre più elementi sovrannaturali: anche queste emersioni fantastiche sono sorprendenti nella struttura della storia, perché compaiono solo verso la seconda metà del romanzo, dopo essere rimaste per tutta la prima parte nulla più che semplici suggestioni e racconti riportati da personaggi secondari o da comparse per nulla affidabili.

 Lo stile di Evangelisti è denso, copioso, ma senza essere lento o noioso: il narratore esterno segue Eymerich (indugiando spesso nei suoi pensieri), ma questo riesce sempre a dosare bene pensiero e azione, come anche le descrizioni e i dialoghi si alternano bene in una struttura che non appare mai monotona o ripetitiva.

La cosa che potrebbe far storcere di più il naso a un lettore contemporaneo è, come già detto prima, il carattere crudele e inflessibile di Eymerich, che non esita a lasciar morire persone che non gli sono utili ai fini dell'indagine oppure a torturare innocenti per rassicurare le altre potenze che gli orbitano intorno. 

Non so se oggi, nell'epoca del politically correct,  un personaggio così controverso (misogeno, che non sopporta in nessun modo il contatto fisico, che non esita a manovrare i fili per raggiungere i suoi scopi anche attraverso l'omicidio) potrebbe avere un seguito così importante; io so che ho dovuto leggere questo romanzo un po' alla volta perché dopo tot pagine la lettura mi diventata sgradevole.

Però credo che sia proprio in questo il fascino di questo personaggi oscuro (che comunque segue un codice morale molto rigoroso) e il genio della penna di uno degli scrittori di genere più importanti che l'Italia abbia mai avuto.

 

  • VOTO: 7.5
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