Conosci davvero la persona che ti è accanto da anni e anni? Cosa saresti disposto a fare, pur di sopravvivere? Fino a che punto arriveresti, pur di vendicarti? Queste e molte altre sono le domande a cui questa antologia di King cerca di dare risposta ma che, allo stesso tempo, sembra rivolgere al lettore.
Notte buia, niente stelle, infatti, è un libro impossibile da leggere senza farsi coinvolgere intensamente.
Tutti e quattro i racconti sono accomunati, ancor più che dalle figure femminili e dai loro destini più o meno infausti, da meccanismi psicologici complessi che si innescano nella mente dei personaggi e conducono rapidamente le storie verso esplosioni di caos e violenza. Si nota l'interesse dell’autore verso l’analisi dei comportamenti umani in contesti estremi e la vivida rappresentazione di processi mentali che conducono a decisioni apparentemente disumane come l’omicidio: “apparentemente” perché la penna di King affonda fino all’osso nella natura dei suoi personaggi e ci fa vedere come a fare del male siano uomini, semplici uomini che sono forse, citando Nietzsche, “troppo umani”.
In questi racconti si incontrano uomini piccoli, spaventati da donne troppo forti per loro ma anche invidiosi di chi possiede quello che loro desiderano, uomini umiliati dalla vita che reagiscono con aggressività e scelgono il male; allo stesso modo si incontrano donne comuni costrette ad affrontare situazioni totalmente anormali.
Per questo motivo, forse, questa è stata considerata una delle opere più “femministe” di King, e molti lettori vi hanno letto al suo interno le inclinazioni politiche dell’autore. È anche vero, però, che tutte le situazioni dipinte nell’antologia sono talmente assurde ed estreme da trascendere qualsiasi affiliazione ideologica: sono storie che ci parlano del lato più animale dell’uomo, il lato irrazionale, violento e insensato.
A differenza di altri libri di King, soprattutto i più celebri, qui la minaccia è sempre l’essere umano, perfino nel racconto La giusta estensione dove il Diavolo in persona cammina tra i personaggi: il vero cattivo è comunque l’uomo che adopera i poteri che il Maligno semplicemente gli mette a disposizione. Sembrerebbe proprio questo il senso del titolo del libro, tradotto abbastanza fedelmente dall’inglese Full dark, no stars: in certi abissi del nostro animo manca qualsivoglia luce, non si accende nemmeno una stella.
La follia, intesa come destino incombente di lovecraftiana memoria, è un’altra dei protagonisti dell’antologia: infatti, dentro quello che si prospetta come un ritratto degli aspetti più foschi della nostra mente, lo spettro della pazzia non può certo mancare.
La perdita della ragione aleggia in tutti i racconti, dichiarata, intuibile o solo sospettata, comunque è sempre un rischio plausibile, che i personaggi avvertono come incipiente.
In particolare domina il primo racconto, 1922, che sembra omaggiare apertamente Lovecraft anche per via dell’elemento dei ratti che colonizzano prima la casa e poi la mente dell’abietto protagonista. Al momento sono usciti degli adattamenti cinematografici per tre dei quattro racconti: 1922, Maxicamionista e Un buon matrimonio, tuttavia vale la pena conoscere queste storie nella loro forma originale, attraverso la pagina scritta, per apprezzarne appieno la bellezza e la complessità, perché come sempre King non scrive semplici storie di sangue, bensì utilizza il sangue per scrivere del genere umano, delle sue profonde contraddizioni e dei suoi infiniti misteri.
- Voto: 9/10